Come dipingere concentrati: è l’utilità che deriva dal dipingere meno ma dipingere meglio, con più intenzione e presenza.
Fare pause frequenti, alternare attività diverse per gestire al meglio la propria energia.
Gestire la propria energia, alternando continuamente le fasi della nostra energia con compiti più o meno intensi. Altrimenti si rischia di lavorare su dettagli importanti del quadro con un atteggiamento approssimativo o sbrigativo, a causa della stanchezza.
Può sembrare un’idea banale visto che in fondo bisogna essere concentrati in tutte le attività importanti della nostra vita.
Proprio oggi, dove è sempre più difficile trovare tempo e energia, e siamo impegnati su tante attività contemporaneamente, la pittura permette invece di riscoprire le virtù della riflessione, della cura dei dettagli e della sensibilità.
La concentrazione è una qualità che “costa”, che si impara con il tempo, ma che determina maggiore consapevolezza e capacità di affrontare un quadro in minor tempo e con più soddisfazione.
So che essere concentrati quando si dipinge è una necessità, e diventa un piacere se si comprende a fondo l’utilità che ne deriva.
Concentrazione per me significa:
dipingere solo quando si ha realmente disponibilità di tempo, cercando il più possibile di non essere distratti da fattori esterni;
“avere voglia” di dipingere, essere determinati e avere la massima predisposizione mentale per farlo;
procedere prendendosi tutto il tempo necessario, anche quando ci sembra di muoverci tra le diverse fasi del quadro con un ritmo lento. Personalmente mi sono reso conto, dopo avere realizzato alcuni quadri, che il ritmo migliore da mantenere è proprio quello lento, riflessivo; in altre parole gestire la fretta e l’ansia, così istintiva, di voler arrivare “al dunque” e finire il quadro;
riflettere e meditare su ogni pennellata, avere il tempo di capire che effetto essa produce sul quadro. In pratica, avere il tempo di “far riposare il quadro nei nostri occhi”;
capire il motivo di tutto quello che si sta facendo. Provare ad evitare di ottenere un effetto tramite tentativi affidati al caso. In economia aziendale viene definita “sindrome da videogame”: cioè schiacciare in modo irrazionale tasti finché non si vince.
Ciò non significa però non essere istintivi, poiché certi meccanismi diventeranno così familiari da risultare “automatici” e alcuni movimenti verranno eseguiti senza pensarci su, quasi interiorizzati.
Tante volte mi è capitato di non essere, per vari motivi, predisposto e concentrato e ho preferito non dipingere.
Questo diventa il tempo di studiare qualcosa che ti affascina, sperimentare materiali o effetti nuovi, leggere libri di un pittore che ammiri o guardare dei buoni quadri.
Talvolta ho l’impressione che quando non si è concentrati si rischia addirittura di fare dei passi indietro nell’apprendimento. Procedere per tentativi e errori senza pensare è la strada per ottenere solo frustrazione causata dagli invitabili insuccessi.
Se poi per fortuite circostanze dovessimo ottenere un risultato gradevole, non sarebbe il merito di una riflessione, di un percorso interno, di una sfida nella risoluzione di problemi estetici, una messa in pratica di concetto chiaro; sarebbe poco appagante.
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