Dipingere e avere un concetto forte: è l’idea di quello che vogliamo fare prima ancora di prendere il pennello in mano, è ciò che guida il quadro, è fonte di chiarezza.
Copiare la realtà mi sembra esattamente l’opposto.
Provo a chiarire con un esempio.
Immagina di avere una cipolla su un tavolo, una tela bianca, in mano il pennello; possiamo avere due approcci.
Il primo approccio è quello che ci fa pensare: “Bellissima questa cipolla. E’ piena di sfumature e colori interessanti. Voglio dipingerla esattamente così”.
In pratica prendo una cipolla e la sistemo nel bel mezzo di un tavolo. Mescolo i colori più simili che posso ottenere a quelli del tavolo e della cipolla e cerco centimetro per centimetro di riprodurre ciò che vedo sulla tela.
Il grado di fedeltà di ciò che risulta sulla tela, confrontato con il soggetto, determinerà il successo o il fallimento.
Da chi lo osserva ci potremmo aspettare un commento: “Sembra vero! , oppure, è un bel soggetto!”.
Il secondo approccio ci fa pensare: “Voglio dipingere una luce intensa che gradualmente riverbera sulla cipolla e determina un effetto di bagliore improvviso”.
In pratica cerco una cipolla e la sistemo con un fascio di luce artificiale diretta su di essa.
L’ambiente dovrà essere in ombra per risaltare l’effetto della luce e causare un effetto di chiaroscuro più drammatico.
Il tavolo sarà gradualmente illuminato da sinistra verso destra, dove sistemo dei pezzetti di buccia di cipolla e una fetta di cipolla in penombra.
La luce gradualmente arriverà in maniera crescente verso il punto focale, la cipolla.
La luce in quel punto diventerà quasi accecante e poi sarà di nuovo penombra.
Infine mescolo i colori in modo da ottenere il grado di luce che desidero per quella zona di tela. Il successo del quadro sarà determinato dall’effetto di luce e dall’atmosfera che la cipolla sarà in grado di esprimere.
In questo caso il commento di un osservatore potrebbe essere: “sembra che stia succedendo qualcosa lì in quella zona di ombra, mi sembra che il pittore abbia voluto lasciare intravedere un particolare”oppure “questa cipolla mi dà idea di eterno, di sospeso nel tempo, come se sia l’unica cosa sopravvissuta a qualcosa che è appena accaduto”.
Prima di prendere il pennello in mano, bisogna pensare a che concetto si vuole esprimere, da cosa vogliamo farci guidare. E’ il nostro schema di composizione, di colori, di toni, influenza i materiali e il processo che scegliamo. Se si abbraccia l’idea di avere un concetto prima di dipingere, allora si dipinge con un’altra mentalità.
Quindi, mentre nel primo caso l’obiettivo è riprodurre la cipolla, nel secondo è usarla come mezzo per esprimere un concetto (nello specifico desideravo sfruttare il suo colore bianco per creare un effetto di bagliore improvviso in un contesto di penombra). Nel primo caso il concetto è debole, ci si limita a rappresentare ciò che si vede, copiando, e il concetto può essere definito “esterno”.
Nel secondo caso, invece, il concetto è ottenere un effetto di luce che rimandi a delle sensazioni particolari (eternità, mistero e bellezza); in un certo senso è “interno”, parte da noi e utilizza la realtà solo come riferimento, senza dipendere troppo da essa.
Tutto, dalla scelta dei materiali e dei colori, sarà subordinato al concetto che si ricerca. Ecco quindi che la cipolla è diventata una scusa per realizzare quel particolare gioco di luce, la sposteremo in una direzione o in un’altra in funzione della luce che vogliamo ricreare, tralasciando una mera riproduzione precisa e veritiera di ciò che vediamo.
Il concetto si sceglie prima di iniziare un quadro, non impone delle regole precise da seguire, ma rappresenta una scelta consapevole che ci consente di ottenere, tra gli altri, due benefici:
- rende chiaro il percorso. Costituisce un limite entro il quale muoversi, restringe il campo di infinite possibilità che una tela bianca pone. Fa chiarezza, permette di non essere totalmente dipendenti da ciò che si osserva perché in funzione del concetto si modifica anche la realtà. Per esempio, se il concetto è di avere una cipolla illuminata intensamente al centro del quadro, la luce di tutto ciò che è attorno ad essa verrà gradualmente “regolata” per porre maggiore enfasi sulla cipolla e mitigare l’importanza di ciò che la circonda.
- regala un senso di completezza, di soddisfazione. Copiare alla lunga produce insoddisfazione e incompiutezza. Si smarrisce il senso di quello che si sta facendo. Il concetto parte da una meditazione interiore, è frutto della nostra immaginazione e volontà, è un’attività che nasce prima di dipingere.
- semplifica, abbiamo chiaro già uno schema di massima prima ancora di prendere il pennello in mano di ciò che volgiamo realizzare.
Devo dire che la prima volta che ho sentito parlare di questo approccio, ho avuto la sensazione che fosse qualcosa di sofisticato e di poco concreto, destinato a pittori di livello avanzato. In realtà è proprio il contrario: è tra i principi base da acquisire.
Anche se si studiano il colore e il valore (due aspetti fondamentali per sviluppare il quadro), è molto utile formulare un concetto prima di iniziare. Se si vuole dipingere una mela, per esempio, si può scegliere di riprodurre le migliaia di sfumature di colore che la contraddistinguono, oppure focalizzarsi sull’aspetto della mela che più ci ha colpito.
Personalmente ritengo abbastanza noioso cercare di “inseguire” ogni singola sfumatura e riprodurla meccanicamente.
Alla lunga mi sentirei insoddisfatto perché non avrei aggiunto nulla alla realtà che ho di fronte. Invece ritengo stimolante e creativo decidere in anticipo che aspetto della mela mi colpisce, e concentrarmi su quello.
Intervenire sulla mela, illuminarla in modo drammatico e teatrale, utilizzando dei grigi-verdi e dei grigi-rossi nelle zone di penombra, con le zone illuminate “lavate” dalla luce, in cui colori freddi tendenti al bianco predominano.
Per fare un esempio, nei miei quadri posso usare questi concetti:
- creare un senso di movimento e spazio verso un punto di luce intenso: ho semplificato la composizione con pochi oggetti evidenziando la luce gradualmente verso il punto focale;
- creare un contrasto tra una superficie “calda” e una luce fredda che illumini i soggetti: pur notando la presenza di molti colori, ho scelto di utilizzarne solo due, uno caldo e uno freddo e ho sfruttato le loro varianti;
- creare “l’aria”: ho “forzato” i colori che osservavo in una atmosfera grigio-verde che simulava la percezione dell’aria e dell’atmosfera.
Questi concetti sono spiegati approfonditamente nel mio libro.
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