Tra tutte le qualità che è necessario sviluppare per dipingere al meglio, la perseveranza è in assoluto la principale.
Contrariamente a quello che si può credere, il talento è forse quella meno utile: si può avere una naturale predisposizione alla geometria delle forme, a saper disegnare bene, a intuire con più facilità le proporzioni di un oggetto, ad avere un tratto più sicuro con il pennello. Ma dipingere consapevolmente e con piacere, trovando un senso a quello che si fa, è ben altra cosa.
Parlo per esperienza personale, perché di talento credo di averne poco.
Il talento serve per cominciare con una maggior facilità tecnica, ma lì si ferma. Come superare i momenti di scoraggiamento e frustrazione perché non riusciamo a fare ciò che desideriamo? Come avere la forza di trovare quotidianamente l’ispirazione? Come trovare un senso a ciò che si fa?
La risposta è sempre la perseveranza.
Chi mette sul piatto passione, tempo e disponibilità a imparare, certamente imparerà. La perseveranza si conquista, è un atto di volontà ma non consiste solo nel convincersi ad andare avanti a tutti i costi. E’ anche voler vedere il bicchiere mezzo pieno, enfatizzando i lati positivi e dando poca importanza alle avversità.
Dipingendo i primi quadri, molte cose sembrano andare storte; ma basta soffermarsi su quei piccoli progressi che, una volta compresi, costituiscono un’eccellente base di partenza per il dipinto successivo.
Ovviamente non si può imparare tutto subito ma ogni quadro ci regala un’esperienza che portiamo dentro e che ci insegna qualcosa.
La perseveranza è aspettare che molti di questi piccoli progressi entrino a poco a poco nel nostro bagaglio, ed avere la forza di volere acquisire concetti che al momento non afferriamo e che ci rendono insoddisfatti.
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