Sperimentare deve essere fatto a piccole dosi e gradualmente, altrimenti si rischia la paralisi e la confusione. Non provare a introdurre cambiamenti importanti insieme: non capiresti l’effetto di ogni nuovo elemento rispetto le tue normali abitudini.
Se, per esempio, cambio dei colori e contemporaneamente il medium non sarò in grado di capire cosa ha determinato quel risultato.
Il mio consiglio è quindi sperimentare ad “ondate”: dipingere un paio di quadri, introdurre il primo cambiamento, analizzare il risultato ottenuto, e ricominciare a lavorare.
La sperimentazione dura tutta la vita, ho una “lista di attesa” di una ventina di curiosità da soddisfare in questo momento che include: provare delle terre grezze di una nuova marca di colori, provare della vernice finale a base acrilica al posto di quelle tradizionali che uso attualmente, approfondire il pensiero di Carlson, un pittore americano importante nel campo della pittura paesaggistica, fare un corso di paesaggio con un pittore che mi piace molto, ecc.
Ogni piccola novità è un piccolo mattoncino posato sul nostro percorso.
Considerare il valore del tempo e la necessità di assimilare i cambiamenti è quindi molto importante.
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